I “pupazzi” Savoia di un giovane Rota

di Giuseppe Tedesco

Venezia
Prima assoluta mondiale domani sera alle 20 al teatro Goldoni di Venezia de "Il principe porcaro", opera lirica di un precocissimo Nino Rota che ne compose a soli tredici anni musica e libretto. Si tratta di un’iniziativa della Fondazione La Fenice, che ha messo a disposizione orchestra e coro diretti da Manlio Benzi, e della Fondazione Cini che intende così celebrare la conclusione del XLV Corso internazionale di alta cultura.
E proprio dall’Archivio Nino Rota della Fondazione Cini è uscita dopo ottant’anni questa inedita partitura rimasta sepolta fra le carte del maestro che l’aveva composta a cavallo tra il 1924 e ’25. Adottata da Nicola Scardicchio, allievo dello stesso Rota, che l'ha orchestrata nello stile del suo maestro, la fiaba in musica viene ora messa in scena per la prima volta con regia, scene e costumi del Gran Teatrino "La Fede delle Femmine". Nell'intervallo tra i due atti verrà proposta un’altra chicca, ovvero l’intermezzo "La scuola di guida", operina buffa di Mario Soldati e dello stesso Rota, rappresentata una sola volta nel 1959 al Festival dei due mondi di Spoleto, con la regia di un allora giovanissimo Zeffirelli, e ora riproposta sotto forma di cortometraggio in bianco e nero sempre dal Gran Teatrino "La Fede delle Femmine".
Due storie condite di baci. "Il principe porcaro" si ispira a una fiaba di Andersen e narra la storia dell’amore tra un principe squattrinato ma ricco di inventiva e una principessa ricca ma viziata e povera di sentimenti: una storia senza lieto fine, visto che i due, scoperti appunto a baciarsi, vengono banditi dal padre di lei e nemmeno si sposeranno. La fiaba viene ambientata nell’Italia monarchica del Ventennio e la casa Savoia non è che ci faccia una bella figura grazie alla caricature davvero irriverenti con cui viene rappresentata «Molto irriverenti — ammette la regista Margot Galante Garrone - più di così non si poteva, con tanto di porcellini negli stemmi. Ma io penso che i re e i principi cui Rota si è ispirato non possano essere stati che i Savoia del tempo: Vittorio Emanuele, Margherita e Umberto. E Rota li ha "marionettizzati" in una sorta di divertimento in cui si muovono come pupazzi». «Musicalmente - spiega ancora la regista - abbiamo poi inserito tre brani d’ingresso, di intermezzo e finale tratti da "Il Molière immaginaire" scritto da Rota per Maurice Béjart.
"La scuola di guida" racconta invece l’avventura amorosa di un ingegnere, istruttore di guida, e di una sua allieva attempata: stretti nell’abitacolo di una cabriolet finiscono per innamorarsi e scambiarsi (guarda caso) un appassionato bacio.
Il prossimo aprile l’opera sarà riproposta al PalaFenice nell’ambito del ciclo dedicato al teatro musicale per ragazzi.